Le nuove tendenze nella progettazione della casa d’abitazione, sia come invenzione culturale, sia come prodotto dell’architettura, alla luce del cambiamento degli stili di vita e l’affermarsi di internet e delle reti di comunicazione globali, stanno influenzando profondamente la configurazione degli spazi domestici. La popolarità della tradizionale casa privata starebbe infatti declinando a favore di un concetto di vita i cui aspetti ed ambiti tendono sempre più ad ibridarsi. Paradossalmente è interessante notare la notevole similarità delle grandi sale medioevali ai grandi open-space delle case o dei loft contemporanei: in entrambe gli ambienti principali trovano multiple funzioni. La definizione culturale di “casa privata” quindi sta subendo profondi cambiamenti conducendo ad una trasformazione che può generare significanti invenzioni architettoniche proprio in un momento nel quale si trovano a disposizione infinite nuove risorse di tecniche e di materiali. Il prodotto che qui presento elabora un concept perfettamente allineato agli orientamenti sopraccitati: il sistema, ideato e realizzato da Molo Design, si propone come superamento del tradizionale concetto di progettazione sequenziale, secondo il quale c’è qualcuno che idealizza (progetta), qualcuno che realizza (costruisce) ed infine qualcuno che usufruisce (abita). Contiene in nuce una sorta di dimensione arcaica secondo la quale chi “abita” agisce direttamente con essa creando gli spazi di cui necessita. Il termine abitare, per estensione, può infatti essere direttamente legato al concetto di possedere e dell’avere e del fare: l’abitazione è un avere-forma dei luoghi e ad essa corrisponderà un abitare come un dar forma ai luoghi. L’associazione che il linguaggio instaura poi fra i termini “abitazione”, “abitudine”, “abito” e “abitare” dimostra che l’abitare è un modo d’essere in rapporto all’ambiente e al prossimo: una forma di “abito”, di “vestito” col quale ci si presenta e che ci rappresenta. Ne consegue che “costruire” significa edificare luoghi mediante il disporre i loro spazi e, solo se abbiamo la capacità di abitare, possiamo costruire.
Softwall e Softblock, dalla collezione molo, sono un sistema modulare di configurazione spaziale che utilizza strutture a nido d’ape estensibili che si espandono, contraggono e flettono dando forma a volumi scultorei e topografie morbide secondo una ricerca che indaga una perfetta sintesi poetica di materiali, struttura e spazio. Sostituendosi alle tradizionali alternative rigide per il partizionamento e l’organizzazione dello spazio (muri), gli elementi della collezione morbida sono stati progettati sia per configurare un evento specifico sia come configurazione stabile, con la peculiarità però di poter essere poi ripiegati in un minimo spazio per la conservazione in attesa di assumere nuove sagome. Softwall da compresso si espande per creare una struttura completamente free standing ed accoppiando i diversi moduli dimensionali disponibili è possibile ideare configurazioni spaziali ogni volta diverse da se stesse e straordinariamente variabili e dinamiche.
Softwall carta kraft + sistema softblock sono adatti a formare zone effimere, più intime, all’interno di grandi spazi, plasmandone l’acustica e la luce, e dove la dimensione tattile è offerta dalla qualità esperienziale del materiale tessile con il quale sono realizzati. La struttura a cellule e pieghe è capace di creare una dimensione acusticamente ovattata e magica. Le versioni traslucide od opache riescono a scolpire la luce di uno spazio e con l’integrazione di un sistema di illuminazione a LED si offrono come partizioni luminose in grado di esprimere qualità magiche di movimento, di espansione e di contrazione. L’ultima “parola” è comunque lasciata alle immagini, a suggerire quello che la fantasia di ciascuno può creare con questi semplicissimi elementi d’invenzione.